Golosi biscotti tipici del Nord Italia, i Brutti ma buoni sono a base di albume d’uovo e nocciole.
Il loro nome svela che, nonostante il loro aspetto possa inizialmente sembrare irregolare e poco invitante, all’interno nascondono un gusto irresistibile.
Leggeri e friabili, croccanti fuori e leggermente morbidi dentro, si sciolgono in bocca e uno tira l’altro. Anche perché sono senza glutine e senza lattosio, quindi ben si adattano a un ampio spettro di esigenze alimentare rendendo tutti soddisfatti.
Un’origine incerta
Sebbene tutti concordino nell’attribuire l’origine dei Brutti ma buoni al Nord Italia, ci sono due correnti di pensiero circa l’esatta località dove sarebbero stati inventati questi biscotti.
La prima colloca la nascita dei dolcetti a Gavirate, piccolo comune lombardo in provincia di Varese dove nel 1878 il pasticcere Costantino Veniani mescola albumi e nocciole inventando dei biscotti bruttini nell’aspetto ma ottimi nel gusto, che riscuotono un successo immediato.
La seconda teoria propende invece per la nascita dei Brutti ma buoni a Borgomanero, in Piemonte, per mano della Offelleria Viganotti che li inventò nel 1869.
Di chiunque sia il primato, oggi i Brutti ma buoni sono famosi in tutta Italia per la loro bontà.
Questa ricetta, inoltre, è perfetta per riciclare gli albumi avanzati da preparazioni a base di soli tuorli, come la crema pasticciera o la pasta alla carbonara.