Sempre più presenti sulle nostre tavole, di varie dimensioni e anche trasportabili in borsa, le bottiglie di plastica che hanno ormai soppiantato quelle in vetro ma, per quanto riciclabili siano, continuano a costituire la percentuale di rifiuti maggiore al mondo.
Anche per questo motivo in Scozia, per la precisione a Peebleesshire, hanno voluto sperimentare un’opera infrastrutturale un po’ insolita.
Grazie alla trasformazione di 50 tonnellate di bottiglie in PET (una resina plastica estremamente resistente), si è potuto progettare e realizzare un ponte lungo 30 metri. Che ha permesso, inoltre, di recuperare una quantità considerevole di plastica riciclata, abbattendo così anche i costi relativi allo smaltimento di questi rifiuti.
Il ponte è stato costruito in meno di due settimane ed è stato assemblato sul fiume Tweed nell’arco di quattro giorni, grazie agli ingegneri della Rutgers University e della Cardiff University, riscuotendo un notevole successo non solo per la rapidità della messa in opera, ma anche per l’affidabilità in termini di stabilità e resistenza.
Quali sono i vantaggi di questa singolare opera?
1. Riduzione dell’impronta di carbonio;
2. Riutilizzo di materiali plastici prelevati direttamente dalla discarica;
3. Resistenza al peso di circa 45 tonnellate (può essere attraversata sia da pedoni che da autoveicoli);
4. Resistenza alla muffa e alla corrosione: il ponte non arrugginisce e non ha bisogno di essere ridipinto periodicamente;
5. Resistenza alle alte temperature;
6. Evita la lisciviazione di sostanze chimiche nel suolo;
7. Può essere smontata in qualunque momento e rimontata altrove;
8. È riciclabile al 100%.
Perché non valutare di utilizzare la plastica riciclata anche nell’industria, in combinazione con la tecnologia? Si tratterebbe di un processo virtuoso che aiuterebbe a fare un passo in avanti doppio, sia in termini di sviluppo e futuro sostenibile che di riciclo dei rifiuti, per il bene dell’ambiente.