Si è appena concluso un anno scolastico in cui famiglie, insegnanti e soprattutto bambini hanno dovuto rispettare nuove regole e alternare momenti in presenza ad altri di didattica a distanza. Com’è avere i bimbi a scuola tra lockdown, restrizioni e mascherine obbligatorie?
Nuove regole
Dovremmo fare davvero un lunghissimo applauso ai nostri bambini perché quest’anno hanno ritrovato le loro scuole, o ne hanno scoperte di nuove, dopo mesi di lockdown chiusi in casa con i genitori. E hanno accettato una serie di norme che fino all’anno non c’erano: la più eclatante? L’obbligo di indossare la mascherina sempre. E poi il divieto di toccare i compagni, la misurazione della temperatura all’ingresso, l’igienizzazione frequente delle mani, le lezioni via Zoom: insomma una scuola per certi versi nuova e che magari manterrà anche nei prossimi anni una serie di innovazioni tecnologiche impensabili fino a un paio di anni fa.
Asili nido
Partiamo dal primo ciclo, quello che riguarda i piccolissimi: gli asili nido. Chi ha bambini di età compresa tra 6 mesi e tre anni, quest’anno ha potuto contare sull’apertura più lunga di tutto il percorso scolastico, perché gli asili nido sono rimasti sempre aperti anche in zona rossa. In questo caso, i bambini hanno per lo più vissuto in “bolle”, suddivisi in piccoli gruppi che non sono mai entrati in contatto tra loro per evitare qualunque rischio di contagio.
Nessuna mascherina per bimbi così piccoli ma sanificazione degli ambienti, rilevazione della temperatura all’ingresso, orari scaglionati e ovviamente classi in quarantena nel caso di compagni risultati positivi.
Scuole dell’infanzia
Anche nelle scuole dell’infanzia non c’è l’obbligo per i bambini di indossare la mascherina, cosa che invece deve fare tutto il personale, scolastico e non.
Le scuole si sono organizzate scaglionando gli orari di ingresso dei bambini e diversificando i punti di accesso all’interno degli edifici: prima di entrare, inoltre, a bambini e genitori viene rilevata la temperatura ed è obbligatorio igienizzare le mani con l’apposito gel.
A differenza degli anni precedenti, sono stati vietati gli spazi comuni dove più classi di solito potevano giocare insieme, per evitare il rischio di contagi, così come le gite. Per lo stesso motivo, le classi sono state “svuotate” di giochi che non possono essere sanificati.
Scuole primarie
Le scuole primarie dall’anno scorso hanno scoperto la famigerata D.A.D., ovvero la didattica a distanza: a differenza dei cicli superiori, le scuole primarie quest’anno hanno sempre previsto le lezioni in presenza perché l’età dei bambini richiede il contatto fisico e visivo. Ma è capitato probabilmente alla maggioranza di provare la dad nel caso in cui ci sia stato un compagno o un insegnante risultato positivo al Covid.
Tutti i bambini hanno dovuto indossare sempre le mascherine e avere banchi distanziati tra loro: vietato il contatto fisico così come le gite in esterno e tutte le feste. E per i genitori tutte le riunioni e gli incontri con gli insegnanti sono stati rigorosamente digitali.
Medie e superiori
I ragazzi di scuole medie e superiori sono stati i più colpiti dalla dad, visto che le lezioni in presenza per lunghi mesi sono state previste solo fino alla prima media. Per tutti gli altri didattica a distanza, a volte in via esclusiva, altre volte alternata alla scuola in presenza.
A differenza dell’anno scorso, sono stati in presenza gli esami finali di terza media e quelli di maturità.